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IL CORERAT DELL'UMBRIA 

Il 10 dicembre scorso abbiamo partecipato ad un Convegno, una parte del quale era dedicata a "L'informazione nell'emergenza", che il Corerat dell'Umbria ha organizzato nello splendido palazzo comunale Trinci di Foligno, violentato di fresco da un architetto che ha fatto ricoprire con calce un antico soffitto a volte a crociera di mattoni durante i lavori di restauro ancora in corso.

L'Umbria non scopre ora le potenzialitą delle emittenti locali, anzi, č una delle poche regioni che ne ha capito da tempo l'importanza, anche se agendo maggiormente sui sindaci, sulla provincia e sulla regione, il Corerat avrebbe potuto evitare la lenta agonia e la scomparsa di tante voci (oggi in Umbria sono presenti 28 testate fra radio e tv, nel 1980 erano 50).

Durante il convegno, č stato visionato un programma ralizzato da Manolita Rosi di Umbria Tv, consistente in un accostamento di una serie di dichiarazioni raccolte in occasione di un recente incontro organizzato a Gubbio dalla Federazione nazionale della stampa, dove la domanda base era formulata per conoscere il pensiero dell'intervistato in rapporto alla validitą dell'emittenza locale. A parte poche sensate opinioni, qualcuna perfino spassosa, era interessante seguire la lunga sfilata di noti ipocriti, tra i quali spiccavano oltre ai rappresentanti della FNSI stessa, quel Giuseppe Giulietti, ieri segretario dell'Usigrai, oggi nominato da Walter Veltroni massimo responsabile dell'informazione dei DS.

La doppiezza era talmente evidente che alla fine della proiezione il presidente del Corerat dell'Umbria Enrico Viola ha osservato maliziosamente che se fosse sincero tutto l'amore che i dichiaranti avevano mostrato per le emittenti locali, bisognava concludere che le preoccupazioni sentite nel corso del Convegno, in particolare sul Ddl 1138, erano infondate.

Di grande interesse la relazione del capo Ufficio stampa del Comune di Foligno Roberto Testa che ha messo in rilievo l'azione svolta dalle "locali" durante il terremoto in Umbria: un aspetto delle funzioni sociali che anche le microstazioni possono esercitare per la comunitą, ancora tutte da scoprire, come la vicenda di Basilicata Radio Due insegna.

Dai "Peppegiulietti" di turno, quando parlano di "locali", traspare interesse solo per quelle multiregionali che beneficieranno degli 81 miliardi di cui abbiamo abbondantemente parlato, gestite da pescicani solo impegnati a far soldi e a formare centri di potere, affatto interessati ai problemi dell'assistenza, della pubblica utilitą, della sicurezza sociale e della valorizzazione delle attivitą artigianali e commerciali del luogo.


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