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AUDITEL-AUDIRADIO
Denunciato il "Garante" Enzo Cheli
Il 31 ottobre scorso è stata presentata alla Procura della Repubblica di Roma una denuncia nei confronti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella persona del suo presidente Enzo Cheli, per non aver applicato l'articolo 1 della legge 249 del 31 luglio del 1997 che al comma undicesimo, facendo riferimento ai compiti dell'Autorità, così stabilisce: "Cura le rilevazioni degli indici di ascolto dei diversi mezzi di comunicazione..". IL presidente Enzo Cheli, più volte sollecitato dalla nostra associazione anche per iscritto su questo giornale di applicare la legge, invece di affidare all'Istat o di gestire in proprio un compito di tale importanza, per neutralizzare la nostra denuncia pubblicistica, nel 1999 ha costituito una "Commissione", rimasta praticamente inerte. Sono così passati oltre cinque anni dall'emanazione della legge n.249 ed i sistemi di rilevazione privati Auditel e Audiradio, egemonizzati da Mediaset e dalla strettamente collegata Unione pubblicitari associati - con la pallida presenza di elementi della Rai, non sappiamo quanto motivati - hanno provocato danni incalcolabili: un abbassamento costante del livello delle trasmissioni tv e radio, nonché distorsioni di mercato che hanno portato alla chiusura, alla crisi o al fallimento un gran numero di imprese radiotelevisive. Auditel, nonostante gli sforzi per farla apparire attendibile, suscita non pochi dubbi: non si conoscono i tecnici che installano i "meter" a casa degli utenti, né chi tiene i rapporti con questi ultimi ed il grado di influenza esercitabile su di essi. Audiradio e Auditel "Locali" invece, non fanno apparire il nome di quelle imprese che non sottostanno al pagamento di un costoso balzello annuale quale quota di iscrizione alla loro organizzazione. Enzo Cheli pertanto, dovrà rispondere del sospetto reato di aver omesso di denunciare le gravi turbative provocate da Auditel e Audiradio e per non aver applicato un articolo di legge di fondamentale importanza per il giusto equilibrio del settore radiotelevisivo e della stampa, favorendo di fatto dolosamente i grandi interessi che soffocano nel nostro paese la libertà di espressione e di libera iniziativa.
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