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UN PERICOLO PER LA GIUSTIZIA VIENE DA TAR E CONSIGLIO DI STATO

 

 UNA AVVENTURA DI INGIUSTIZIA

 

I problemi giudiziari nel nostro paese non sono quelli della giustizia penale nel mirino di una pubblicistica che non perdona, sono principalmente vivi nel ramo civile ed in particolare in quello amministrativo.

E' quest'ultimo che interessa in questa sede al nostro giornale e alla associazine nazionale di cui è espressione, anche se non possiamo che ammirare come cittadini la requisitoria del pubblico ministero Ilda Boccassini che sembrava parlasse anche per noi, quando è giunta ad affermare che alti gradi della magistratura all'epoca dello svolgersi dei fatti che hanno formato oggetto del noto processo di Milano erano comandati a bacchetta (militarizzati) dagli stessi imputati.

Cosa avrebbe mai detto questo magistrato, questa coraggiosa donna calabrese che già non si sapesse? Grande "scandalo" e sconcerto (finto) e denuncia nei suoi confronti per aver espresso con parole ed elementi diversi ciò che abbiamo ancora nell'orecchio, ossia la definizione di "Porto delle nebbie" riferito alla Procura di Roma, se non addirittura di "Fogna", una parola questa che non vorremmo mai sentire perché coinvolge quei magistrati (pochi, quasi sempre donne) che fanno scrupolosamente il loro dovere.

Ebbene, la persona che l'ha pronunciata non è mai stata perseguita, né è finita sotto processo perché un fondo sostanziale di verità, tacitamente o in privato, sull'onda della battuta, non pochi ammettevano che esistesse.

Nel campo della giustizia amministrativa esiste un Consiglio di presidenza composto da 15 membri presieduto dalla stessa persona che è anche presidente del Consiglio di Stato, Alberto De Roberto, che esamina gli esposti e le denunce in sedute non rese pubbliche e forse questo è uno dei motivi per i quali si è generata una situazione a dir poco spaventosa; i Tar ed il Consiglio di Stato sono usi per le piccole diatribe praticare un "Fair play" ricavandone un sia pur malfermo equilibrio; per le grandi questioni invece, quasi sempre, sono dei negatori di giustizia timorosi di provocare turbamenti e "rivoluzioni" politiche; basta pensare che per non dare piena ragione a radio e televisioni che subirono la tragica burla delle concessioni di cui si parla abbondantemente in questo giornale, il Tar del Lazio ha tenuto a tutt'oggi scandalosamente in "sospensiva" (oltre 8 anni di insicurezze!) un gran numero di imprese, evitando di entrare nel merito delle cause.

I motivi? nell'esprimersi sulle questioni strettamente di giustizia, di principio, questi signori giudici sussiegosi e intoccabili si comportano come se fossero delle appendici dei ministeri e del governo: è sufficiente esaminare statisticamente le varie sentenze per trarre supporto a queste amare considerazioni, e non sono solo nostre valutazioni. Due anni fa la situazione si era talmente ingarbugliata con la immorale questione dei consulenti, contemporaneamente con un piede nei ministeri (con relativo stipendio) e l'altro nel Consiglio di Stato, da determinare uno sciopero generale (leggere in quarta pagina la ristampa di un nostro articolo pubblicato nel dicembre 2000 su Nuove Antenne dal titolo "Uno scandalo al Consiglio di Stato").

Oggi è in gioco l'ultima spiaggia della libertà di espressione per la Rai e per quegli spazi informativi sparsi sul territorio rappresentati dall'emittenza locale che tutte indistintamente le forze politiche (qualcuna contro il suo stesso interesse) contribuiscono ad affossare.

Su chi contare, a chi rivolgersi in presenza di questa penosa giustizia amministrativa in stato comatoso prima di adire alla Corte di Giustizia delle comunità europee, contribuendo - nostro malgrado - ad aumentare la giusta diffidenza delle nazioni che ne fanno parte nei confronti in questa nostra ormai malfamata "Culla del diritto" in cui è stato ridotto il nostro paese?

Chi avrà la pazienza di leggere quanto riportiamo a pagina 2 e 3 non potrà che rivoltarsi contro individui che ben pagati dallo Stato prima di vergare una "sentenza" consultano se l'anemometro che indica la direzione del vento è favorevole o meno alla loro carriera invece di scrivere i loro giudizi con incorniciata sul muro della loro stanza la Carta costituzionale e bene in vista sul loro tavolo testi di legge e codici. E solo quelli.

 


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