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NUOVE ANTENNE


I limiti dello "splittaggio" 

Ai tanti inconvenienti che hanno colpito l'emittenza locale, da qualche anno si è aggiunto il "regalo" di una nota associazione  affaristica che è riuscita ad ottenere la legalizzazione degli "splittaggi" a beneficio di alcuni suoi grossi clienti, ovvero la possibilità che una grande impresa  possa incettare e trasmettere pubblicità locale differenziata in zone diverse dalla sua abituale area di servizio.
Sembrava che questo tipo di concorrenza sleale dovesse costituire il colpo decisivo contro l'esistenza delle "locali": pur di raccogliere annunci commerciali trasmessi dall'emittente del posto, produttori improvvisati pagati a percentuale "setacciavano" freneticamente il territorio offrendo prezzi "stracciati" a clienti perplessi ma pur sempre interessati a concludere buoni affari.
L'ennesimo scempio sembrava compiuto e ben lontana la possibile reversibilità del fenomeno, invece ieri ci èarrivata la notizia che le radio locali del nord-est stanno registrando una inversione di tendenza: i vecchi clienti hanno cominciato a far ritorno ai loro antichi e abituali mezzi di diffusione.
Le cause che hanno determinato questa piacevole novità non sono poche e si possono riassumere principalmente in pochi punti:
1) l'iniziale aggressività e gli entusiasmi degli "splittatori" poco per volta si sono spenti perché la politica dei bassi prezzi  vero è che serviva a farsi strada, ma contemporaneamente - rendendo anche poco - non compensava gli investimenti iniziali;
2) una radio locale, anche se può dar luogo ad una programmazione qualitativamente inferiore a quella proveniente da una grande organizzazione è in grado di risultare ugualmente competitiva perchÚ è pur sempre l'emittente del posto conosciuta e radicata presso un pubblico che ne apprezza l'esistenza e che è quindi propenso a concedere maggiore fiducia anche agli effetti del messaggio pubblicitario;
3) dopo l'iniziale sconcerto, gli stessi inserzionisti allettati in un primo tempo da condizioni estremamente favorevoli, hanno potuto in seguito constatare la minore efficacia della pubblicità trasmessa da un centro lontano magari centinaia di chilometri: distanza che il pubblico avverte;
4) gli stessi inserzionisti, alle prime richieste di aumento dei prezzi da parte dei produttori, hanno capito che non appena distrutte commercialmente le emittenti locali, queste organizzazioni, rimaste padrone della piazza, avrebbero stabilito quotazioni a piacer loro rendendo difficile, specie alle piccole imprese, acquistare spazi pubblicitari.
A parte questo insperato successo che speriamo si debba registrare anche in altre parti del paese, il Conna si farà portatore nelle sedi adatte dell'esigenza di regolamentare per legge lo splittaggio, una forma odiosa di concorrenza.


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Nuove Antenne - Periodico del CONNA