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VIA DELLA RAI

Per ragioni di spazio, questo mese non possiamo pubblicare quanto per questa rubrica avevamo raccolto.
Tuttavia, collegandoci a quanto abbiamo scritto a proposito della denuncia nei confronti di Giulio Borrelli, aggiungiamo alcune considerazioni.
Per anni, il Conna è stato accusato di essere una associazione filo-Rai, quando, invece, in tutti quei casi in cui i suoi tecnici hanno tentato di difendere piani di assegnazione delle frequenze risalenti agli Anni Cinquanta, siamo stati irriducibili nel chiedere loro con tutta la durezza possibile che non potevano ignorare che nel frattempo era nata l'emittenza privata.
Sul piano generale invece, il Conna continua ad essere "filo-Rai" perché essa rappresenta l'unica garanzia informativa nazionale esistente nel nostro paese, da difendere da privatizzazioni suicide con le unghie e con i denti se necessario.
Ci spieghiamo meglio; se abbiamo potuto denunciare il direttore del Tg1 che non è ovviamente obbligato a prendere in considerazione tutte le notizie che gli pervengono se non quelle di interesse generale come quella che il Conna gli ha chiesto in lettera raccomandata di trasmettere, è perché la Rai ha degli obblighi verso tutte le entità che costituiscono la società civile.
Quali probabilità avremmo avuto di essere presi in considerazione da un giudice se avessimo denunciato un Mentana o un Emilio Fede qualsiasi, dipendenti di una azienda privata?
Questo è il motivo della nostra particolare considerazione per il "mezzo pubblico" cui si aggiunge l'apprezzamento per l'alto livello di professionalità degli addetti in tutti i settori. 
Tutto lì.                                                                            (M.A.)


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